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Rinnovabili: a che punto siamo?

Rinnovabili: a che punto siamo?

Il punto della situazione sulla transizione energetica

Il mondo si sta dirigendo verso le energie rinnovabili e lo sta facendo ad una velocità sempre più crescente.

I dati sono molto incoraggianti e ci fanno capire che la strada verso la decarbonizzazione sta prendendo finalmente la direzione giusta.

C’è ancora molto da fare per convertire i processi funzionanti a carbone ma sembra che, a livello globale, si stia raggiugendo il picco massimo, dal quale dovremmo scendere fino ad arrivare agli obiettivi del 2050 che prevedono di ridurre a zero le emissioni di anidride carbonica.

In ogni caso il 2023 è stato un anno record che ha permesso di raggiungere il nuovo record di produzione energetica da fonti rinnovabili, nella misura di 473 GW (gigawatt). È interessante scoprire che la crescita ottenuta è in gran parte dovuta alla esponenziale diffusione del solare fotovoltaico.

Questo è sicuramente un forte trend di mercato, che ci fa riflettere sul nuovo modello energetico che spingerà, in modo crescente, gli impianti tecnologici degli edifici verso l’elettrificazione.

Tutto questo genererà un volano per le pompe di calore che godranno, sempre di più, dell’apporto elettrico garantito dai sistemi fotovoltaici e, al contempo, saranno la soluzione ideale per riqualificare gli impianti di riscaldamento funzionanti a combustibili derivanti da gas metano, petrolio e suoi derivati.

L’abbinata pompa di calore e fotovoltaico sarà quindi decisiva nella prima fase di partenza della Direttiva Edifici che darà il via ufficialmente alla transizione energetica in Europa e in Italia.

Perciò prepariamoci perché la transizione energetica sarà certamente il più importante mercato dei prossimi anni e comporterà anche una grande trasformazione, dal punto di vista tecnologico e anche chiaramente economico.

E in questo contesto, soprattutto a livello mondiale, bisogna tenere conto del ruolo particolare, e fondamentale, della Cina.

Sì, perché da un lato l’Unione Europea vuole arrivare al nuovo modello ambientale a zero emissioni oltre a rendersi più autonoma dal punto di vista energetico, e dall’altro per arrivare a questi obiettivi ha bisogno proprio della Cina, che è una delle superpotenze con cui paradossalmente si gareggia nella corsa della leadership economica e politica.

Gli attuali dati sono nettamente a favore della Cina che è chiaramente leader nell’ambito delle rinnovabili. Nell’anno 2023 la Cina ha installato nuovi impianti a fonti rinnovabili per un valore di 350 GW (gigawatt) di potenza, superando ampiamente anche gli Stati Uniti d’America.

Un altro esempio lampante di questo dominio è nel mercato parallelo delle automobili, che sta vivendo una rivoluzione: allo stato attuale un terzo delle automobili in circolazione sul suolo cinese sono ad alimentazione elettrica, e solo i dazi frenano la diffusione dell’auto orientale anche sul territorio europeo.

E il fotovoltaico? Anche qui la Cina stravince poiché la quasi totalità della produzione di tecnologie è in mano agli asiatici, mentre il mercato europeo dei prodotti fotovoltaici, e in particolare quello tedesco, soccombe.

La Cina ha fatto della transizione energetica un grande business, esportando batterie per le automobili, tecnologie fotovoltaiche, oltre alla gestione massiva delle terre rare ed entrando anche nel mercato innovativo dell’idrogeno green.

È quindi chiaro che per muoversi nei mercati della green economy bisogna tener conto della Cina, e per arrivare agli obiettivi europei occorre, in un certo senso, dipendere dalla superpotenza cinese.

D’altronde il modello cinese sta ottenendo risultati anche dal punto di vista ambientale, con un arresto del picco di emissioni di anidride carbonica. In pratica sembra finalmente visibile l’obiettivo di un mondo ad emissioni zero, cioè decarbonizzato, o perlomeno sotto il livello di guardia.

La strada della transizione energetica è chiaramente tracciata e i dati attuali ci dicono un’altra importante verità, cioè che il mercato va più veloce degli operatori che, ad oggi, risultano non tutti in possesso delle necessarie qualifiche per operare.

I posti di lavoro e le opportunità che stanno emergendo sono tante ed è strategico mettere come prioritaria la propria qualificazione, proprio per occupare un ruolo professionale preciso all’interno di questo nuovo mercato.